Chiesa delle Anime – Cimitero di Mesagne (Br)

La chiesa delle Anime venne edificata come cappella esequiale solo dopo il 1857 in seno alla costruzione del nuovo cimitero comunale (*).
L’accesso della chiesa posta nel cimitero è naturalmente rivolto a est. “HUC MORITURI” è scritto sulla trabeazione dell’ingresso monumentale. Il cimitero e relativa cappella furono inaugurati nel 1857, ma i lavori non terminarono per quella data.

La cappella ha una semplice facciata con ingresso centrale; due paraste ne delimitano gli angoli e un frontone triangolare la sormonta oltre la semplice trabeazione.

Oggi la croce è in ferro ed è poggiata sull’antico elemento decorativo, su alcuni interni sono scolpiti elementi fitiformi. Il campanile è dotato di cinque campanelle una delle quali è l’originale che, dopo il restauro ad Agnone, è stata accordata in modo tale da suonare in armonia con le altre quattro.

La chiesa delle Anime si presenta a una navata, divisa in tre campate, separate da paraste che terminano con una semplice trabeazione su cui è impostata la volta a crociera lunettata.
L’altare e l’ambone, aggiunti nel 2000, sono stati realizzati in pietra calcarea trattata e marmo, e, nel paliotto si conserva la statua del Cristo Morto.
La parte inferiore delle pareti è dipinta con scene tratte dal Nuovo Testamento. In ogni scena vi è un volto che rappresenta un defunto del luogo.

Nell’ordine superiore si susseguono scene angeliche, a eccezione della controfacciata dov’è rappresentata la Beata Vergine del Carmelo e dell’abside, ove è dipinto un Cristo Risorto.

Tutte le pitture murali all’interno della chiesa sono state eseguite dall’artista mesagnese Raffaele Murra, ultimo pittore della scuola salentina di Agesilao Flora; le opere sono firmate e datate tra il 1986 e i primi anni del 2000.

Sulla parete sinistra della chiesa una lapide in marmo grigio con cornice marmorea venata di bianco. Intorno, le formelle in bronzo della Via Crucis, di moderna fattura e i nomi dei relativi committenti locali.

(*) In Italia rappresentò una svolta decisiva il famoso editto napoleonico di Saint-Claud del 1804. Si impose il divieto di sepoltura dentro e fuori delle chiese destinando alle inumazioni nuovi cimiteri posti fuori delle mura cittadine e dove ogni tomba doveva essere individuale.

(Il commento è stato tratto dal sito internet: Le Chiese delle Diocesi Italiane)

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